Ritorno al Futuro – Christmas Special
Il cambiamento climatico - come ci ricorda la paladina svedese dell’ambiente Greta Thunberg, insieme ai manifestanti che partecipano nelle piazze dei “Fridays For Future”- è già una triste realtà. Dopo una brusca frenata, registrata nel 2018, il trend dell’energia rinnovabile ritorna a crescere, così come il programma energia pulita.
“Nello specifico caso dell’Alto Adige, che viene definita la “Green Region” d’Italia, si è testimoni delle pratiche all’avanguardia nel settore dell’energia rinnovabile e dell’efficienza energetica. Inoltre, si caratterizza per una vera e propria sensibilità̀ “verde” che va ad influire a livello locale in tutti i settori: dall’economia, allo sviluppo, alla mobilità, dal turismo, alla percettibilità̀ privata dei singoli cittadini” ci spiega Sofia Khadiri, Project Manager di LDV20.
Nell’ultimo appuntamento della rassegna “Ritorno al Futuro”, il ciclo di sei incontri incentrati sull’innovazione e la tecnologia rivista in chiave diversa, organizzata da Youthmagazine e LDV20, si è discusso sul tema dell’energia rinnovabile. Un argomento attuale ed importante che per l’occasione ha riunito tre esperti in questo settore: il professor Marco Baratieri, direttore del master in Energy Engineering della Libera Università di Bolzano, lo startupper Daniele Basso, CEO e co-fondatore di HBI Group, e Dieter Theiner, responsabile del dipartimento “Engineering e Consulting” di Alperia Spa e Project manager di “Alperia Startup Factory”.
“Il termine energia rinnovabile è un po’ fuorviante” sottolinea in prima battuta Baratieri alla platea presente nella sede di LDV20. “Rinnovabilità di per sé non significa sostenibilità. Infatti la fonte rinnovabile è una fonte che se la utilizzo ha la capacità di riformarsi ad una velocità maggiore di quella dell’utilizzo”. Il docente di Unibz vanta un’enorme esperienza nel settore della ricerca dell’energia, inoltre collabora anche con aziende per sviluppare soluzioni innovative dei sistemi energetici. “Quando parliamo di energia – spiega Baratieri – solitamente facciamo riferimento all’energia elettrica. Sta di fatto che l’energia è un concetto molto più ampio e si presenta sotto varie forme. Quella elettrica di fatto è solitamente la più comune, ma esistono anche quella termica, nucleare e chimica, per citarne solo alcuni esempi”. Prima di arrivare all’energia elettrica, ci sono stati numerosi passaggi nel corso della storia, ma la chiave di svolta è stata l’invenzione dalla macchina a vapore nel diciottesimo secolo, dove per la prima volta la forza lavoro non si ottiene dal traino da animali, come avveniva un tempo, ma tramite la conversione dell’energia termica in lavoro meccanico. Da qui in avanti segna il passo decisivo, attraverso le varie fasi delle rivoluzioni industriali, che ha portato alla conoscenza di fonti energetiche e lo sviluppo di innovazioni tecnologiche presenti oggi. “Una fonte, prima di essere disponibile come energia, può essere primaria come il sole, il carbone, il vento, la legna e molte altre che, attraverso opportune trasformazioni, riusciamo ad ottenere in fonti secondarie e terziarie che sono quelle disponibili poi all’utilizzo finale” spiega Baratieri. Un esempio molto comune è la benzina per l’automobile, la fonte primaria è il petrolio, dopo il processo di trasformazione, che sarebbe la raffinazione, diventa benzina, che è una fonte secondaria.
Passando dalla teoria alla pratica, lo startupper Daniele Basso, nonostante la sua giovane età, vanta alle sue spalle un’esperienza pluriennale nel campo delle energie rinnovabili, della sostenibilità e dell’economia circolare. Nel corso dell’incontro ha illustrato di che cosa si occupa la sua startup. Con una laurea in ingegneria e un master con il professor Baratieri, Basso, insieme ad un imprenditore affascinato dal suo dottorato di ricerca, diventa socio fondatore di Hbi Group nel 2016, dove attualmente l’azienda è incubata a NOI Techpark a Bolzano. L’impresa si occupa, attraverso una tecnologia innovativa, del trattamento di fanghi di depurazione o altri scarti organici ad alto tenore di umidità, come ad esempio gli scarti vegetali dell’industria agroalimentare. “Quello che fa questa tecnologia è di trattare gli scarti organici per produrre un nuovo materiale da usare come energia rinnovabile, in agricoltura o come filtro per la depurazione delle acque” spiega Basso. Quegli stessi scarti organici vengono considerati spazzatura e sono considerati un problema per il loro smaltimento. Ma con l’efficiente tecnologia dell’Hbi Group quei rifiuti, una volta trattati e trasformati in un materiale che può essere usato come energia rinnovabile per aumentare la produttività dei terreni o addirittura come filtro per depurare le acque, possono rendersi molto utili. Si tratta quindi di una tecnologia sostenibile perché consente di fare questo lavoro a zero emissioni ed è capace di trasformare quei rifiuti in energia.
Dieter Theiner, responsabile del dipartimento “Engineering e Consulting” di Alperia Spa e Project manager di “Alperia Startup Factory”, sostiene che il tema delle energie rinnovabili oggi è molto di tendenza, ma non è del tutto nuovo. “Questo argomento, da un punto di vista tecnologico, inizia a presentarsi già negli anni Novanta del secolo scorso con lo sviluppo approfondito delle turbine eoliche e dell’utilizzo dell’energia solare, termico e fotovoltaico. L’umanità ha sempre usato le energie rinnovabili come l’acqua o il vento nei mulini ma anche nell’idroelettrico, che qui in Alto Adige è il nostro punto di forza” dice il responsabile ingegneria di Alperia Spa.
Attraverso secoli di progresso tecnologico e scientifico che ci hanno consentito di arrivare fino ad oggi, queste invenzioni sono state messe in secondo piano con la scoperta delle energie fossili come il carbone, l’industrializzazione e il petrolio. “Negli anni Novanta abbiamo visto notevoli investimenti che hanno portato allo sviluppo tecnologico, soprattutto nel campo eolico e fotovoltaico” spiega Theiner .
Le energie fossili, sostengono i tre ospiti, sono destinate ad incontrare degli ostacoli nel corso del tempo. Basta pensare ai danni causati dall’anidride carbonica (CO2) con le sue emissioni e il tema della sostenibilità che sta prendendo sempre più piede nelle coscienze di molti e che spinge a trovare delle soluzioni a lungo termine, confrontandosi anche con i metodi delle scoperte passate.