Oltre la crisi energetica
Trends e misure per una migliore efficienza energetica
Una delle maggiori sfide di questi mesi per le aziende è legata all’aumento del costo dell’energia, con un aumento nel primo trimestre del 2022 di un +70% dell’energia elettrica e un +105% per il gas, se paragonato allo stesso periodo dell’anno del 2021. Le motivazioni sono molteplici, ma sono certamente guidate dalla ripresa delle attività economiche dopo la fase acuta della pandemia, che ha causato un aumento della domanda di materie prime e dei rallentamenti nella supply chain globale. Altre cause sono ricercabili nelle tensioni geopolitiche, nella situazione climatica e nell’aumento dei prezzi dei permessi acquistati dai Paesi per emettere anidride carbonica.
La sfida per le aziende e per i governi diventa dunque quella di limitare l’utilizzo dell’energia, principale via per risolvere le crisi industriale e climatica che stiamo affrontando. L’efficienza energetica di una nazione si misura con la cosiddetta “intensità energetica”, ossia il rapporto tra la quantità di energia consumata e il PIL prodotto da una nazione. Permette dunque di calcolare quale sia il costo energetico di un singolo Euro di PIL, per una nazione, o di fatturato, per un’azienda. Pur presentando qualche difficoltà nella comparazione di Paesi troppo eterogenei, permette di porre degli obiettivi di lungo termine. All’interno di una direttiva del 2012, l’Unione Europea ha posto obiettivi di miglioramento dell’intensità energetica del 20% e del 32,5%, rispettivamente per il 2020 e il 2030, rispetto ai valori che si raggiungerebbero senza alcuna misura a supporto. L’Italia è quinta a livello europeo (EU27) per efficienza energetica, ma presenta un trend di miglioramento in esaurimento. Nel 2021, a livello mondiale, c’è stato un calo dell’1,9% dell’intensità energetica, migliorando dunque la situazione dell’anno precedente, ma a tassi lontani dal -4% anno su anno richiesto per raggiungere le Net Zero Emissions nel 2050. Intensità energetica ed emissioni di CO2 hanno infatti un rapporto di decrescita diretto.
Nel 2022 e 2023 sono attesi, per un recovery sostenibile dal Covid-19, investimenti per470 Miliardi di dollari a livello globale, in crescita rispetto ai 290 del 2021. Due terzi di essi sono attesi per misure di efficienza energetica nel settore delle costruzioni, nell’industria pesante, nei trasporti e nelle infrastrutture urbane. Una parte significativa di questi investimenti verranno dirottati verso startup e PMI innovative, che si possono porre come fornitori di tecnologie e competenze ad hoc per aziende e governi. Nel 2020 gli investimenti in startup early stage che si occupano di energia sono cresciuti del 7%, arrivando a 1,9 miliardi di dollari, con un focus sulla mobilità elettrica e sull’efficienza energetica.
Nel 2021 il numero di device energetici connessi (smart meters, sensori, luci) supererà il numero di individui sul pianeta, permettendo ulteriori investimenti in efficientamento degli impianti e smart grids. Cambieranno anche i modelli di business legati alla produzione dell’energia, che ha storicamente un focus guidato dal prodotto o dall’offerta. La decentralizzazione delle fonti di energia permetterà lo sviluppo di servizi energetici più centrati sull’utente e basati su schemi Energy as a service. Questi sono i presupposti migliori per un superamento della crisi economica e per un utilizzo efficiente dei fondi stanziati dai governi.
Fonti:
https://www.ilpost.it/2021/09/14/aumento-bolletta-energia-elettrica-gas/
https://energy.ec.europa.eu/topics/energy-efficiency_en
https://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/Energy_saving_statistics